INTERROGAZIONE n. 155 del 19/07/2023
Mancato aggiornamento del Piano Regionale Amianto per la Calabria

Al Presidente della Giunta regionale

Premesso che:
- l’amianto, chiamato anche asbesto, è un minerale molto utilizzato nei decenni passati per le sue notevoli qualità di isolamento termico e di materiale resistente alle alte temperature e alla frizione. Fino agli anni ‘80 è stato utilizzato per produrre la miscela cemento-amianto, cioè l’Eternit, usato per la coibentazione di edifici, tetti, navi, treni e come materiale per l’edilizia (tegole, pavimenti, serbatoi per l’acqua, tubazioni, vernici). Secondo la classificazione del Centro Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), l’amianto appartiene agli agenti cancerogeni del Gruppo I, ovvero quelli che provocano sicuramente eventi cancerogeni per l'essere umano, in quanto se i prodotti contenenti tale minerale sono deteriorati, le fibre sottili di amianto possono essere inalate causando, nel tempo, malattie quali il mesotelioma, i tumori al polmone, alla laringe, allo stomaco e al colon, danni respiratori, placche o ispessimenti pleurici, asbestosi e complicanze cardiocircolatorie. Le malattie correlate all'esposizione all’amianto hanno tempi di insorgenza molto lunghi. Si pensi che i sintomi dell'asbestosi possono comparire 10-20 anni dopo l'esposizione, mentre i segni dei tumori correlati all'amianto possono manifestarsi anche dopo 40 anni;
- l’utilizzo dell’amianto è stato vietato in Italia con la Legge 27 marzo 1992 n. 257 che ha stabilito i termini e le procedure per interrompere le attività inerenti l’estrazione e la lavorazione dell’asbesto e di prodotti che lo contengono nonché la loro commercializzazione;
- dai dati epidemiologici registrati dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità) emerge il perdurare dell’insorgenza di malattie attribuibili a esposizioni ad amianto. Secondo i dati diffusi dall’ONA, l’Osservatorio Nazionale Amianto, nel 2020 in Calabria si sono verificati 100 decessi per tumore al polmone causato dall’amianto, 150 casi di mesotelioma e 30 casi di malattie correlate all’asbesto. Considerato che: - la Regione Calabria, consapevole della pericolosità derivante all’ambiente e alla salute umana dall’esposizione all’amianto, ha approvato la legge regionale 27 aprile 2011, n. 14 (Interventi urgenti per la salvaguardia della salute dei cittadini: norme relative all'eliminazione dei rischi derivanti dalla esposizione a siti e manufatti contenenti amianto), che prevede una serie di attività in carico alla Regione e dispone, tra le altre cose, all’articolo 4, l’adozione del Piano regionale amianto per la Calabria (PRAC), di durata quinquennale e soggetto a aggiornamento biennale, e, all’articolo 12, l’onere della Giunta regionale di riferire periodicamente al Consiglio regionale sulle modalità di attuazione della legge e sui risultati ottenuti in merito alla tutela della salute, alla bonifica, al sostegno alla ricerca e alla promozione di iniziative di informazione, e di presentare ogni due anni una relazione alla commissione consiliare competente per riferire in materia di bonifica dei siti, di efficacia delle diverse disposizioni previste dalla legge e di eventuali criticità emerse;
- il P.R.A.C. - Piano Regionale Amianto per la Calabria è stato approvato nel dicembre 2016 e pubblicato sul BUR Calabria n. 42 dell’otto maggio 2017, e ad oggi non risulta aggiornato o modificato. Avendo una durata quinquennale, a maggio 2022 si sarebbe dovuto procedere all’approvazione di un nuovo Prac. Ci troviamo, così, in un periodo di vuoto normativo;
- la Giunta, nel corso di questi anni, non ha effettuato le attività previste dall’articolo 12 della L.R. 14/2011 e resta incompleta l’applicazione della stessa legge regionale relativamente agli interventi per la salvaguardia della salute dei cittadini in correlazione alla rimozione dei rischi derivanti dalla esposizione a siti e manufatti contenenti amianto;
- dalla Tabella C della legge regionale 23 dicembre 2022, n. 50 (Legge di stabilità regionale 2023) la citata L.R. 14/2011 non risulta finanziata e dunque non vi sono le risorse per sostenere le attività che la Regione è tenuta a realizzare;
- la competenza sulla realizzazione della mappatura completa delle zone del territorio nazionale interessate dalla presenza di amianto e degli interventi di bonifica di particolare urgenza, prevista dalla legge 23 marzo 2001, n. 93, è attribuita alle Regioni e Province autonome con il decreto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio 18 marzo 2003, n. 101. Per la raccolta dei dati è stata sviluppata, nel 2018, la Piattaforma web “info amianto PA”. Fonti di stampa riferiscono che solo il 30% dei Comuni calabresi si sono recati in Regione per avere la pen drive con la mappatura in cui le coperture in amianto sono perimetrate in giallo. Con il telerilevamento e il censimento si può vedere l’amianto “mancante”, smaltito illecitamente. Oltre il censimento, sarebbe necessario anche il monitoraggio e la valutazione dei rischi per dare un ordine di priorità agli interventi e stilare una graduatoria di rischio;
- senza il PRAC, i censimenti, le mappature e tutti i passi necessari, i Comuni non hanno diritto a concorrere per i fondi per le bonifiche. Preso atto che: - nel mese di gennaio 2020 l’allora Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha approvato il “Piano di bonifica da amianto”, previsto nel secondo addendum al Piano operativo “ambiente” approvato dal Cipe con delibera n. 55 del 2016 e adottato con provvedimento ministeriale, che ha previsto lo stanziamento di 385 milioni di euro per la bonifica dall'amianto negli edifici pubblici, in particolare per la rimozione e lo smaltimento nelle scuole e negli ospedali, ripartiti secondo i coefficienti di assegnazione regionale utilizzati per le risorse del Fondo sviluppo e coesione. Tali interventi avrebbero dovuti essere realizzati entro il 31 dicembre 2025;
per la nostra regione lo stanziamento assegnato è stato di € 43.276.093,85. Il Governo Nazionale ha però revocato questo finanziamento nel corso del 2022. I fondi, inizialmente destinati ai soli edifici pubblici, erano stati rimodulati per interventi generali di bonifica dall’amianto, ma si sono persi a causa della “mancata comunicazione, nei termini, della volontà di utilizzare tali risorse”, anche per la nuova destinazione, da parte della Regione Calabria;
Tenuto conto che: - in Calabria la presenza di manufatti e tetti in amianto è ancora massiccia e preoccupa per i rischi che potrebbe provocare alla salute dei cittadini;
- emerge preoccupazione circa il mancato aggiornamento del PRAC e una condizione di sostanziale immobilismo regionale rispetto a tale materia. Tutto ciò premesso e considerato INTERROGA il Presidente della Giunta regionale
Per sapere:
- le ragioni del mancato rispetto dei termini e degli adempimenti previsti dalla L.R. 14/2011 e la tempistica per procedere all’aggiornamento del PRAC, decaduto a maggio 2022, e per avviare ogni utile attività diretta a realizzare le finalità della citata legge regionale;
- relativamente alla piattaforma "info amianto PA" e al censimento e monitoraggio del territorio calabrese, a che punto sia l'iter riguardo l’aggiornamento dati riguardante la nostra regione;
- quali iniziative intende assumere la Regione Calabria relativamente al rischio amianto, a tutela della salute dei cittadini, dei lavoratori nelle imprese e per la salvaguardia dell'ambiente, anche tramite la stipula di un protocollo ben delineato che dia indicazioni ai Sindaci su come muoversi e la redazione di un progetto di graduale eliminazione del rischio esposizione incombente sul territorio calabrese nei siti ove l’amianto è presente in varie forme.

Allegato:

19/07/2023
D. TAVERNISE